LE ORIGINI - BACKGROUND(Febbraio 2020)
Terra 2125 - La fine di tutto e l’epoca Buia.
Erano i primi 125 anni del nuovo millennio e la gente festeggiava il sorgere
del 125esimo anno con gioia: l’ultima notte dell’anno. Nessuno immaginava
però, che sarebbe stata realmente l’ultima per il 70% della popolazione
mondiale. Mentre il cielo brillava dei fuochi artificiali e la gente festeggiava
l’ascesa del nuovo anno con feste, programmi, musica, accadde qualcosa di
impensabile, di imprevisto. Inizialmente era una fremito che tutti imputarono
ai festeggiamenti, ai fuochi che illuminavano il cielo, ma poi arrivarono
le colonne di luce. Squarci enormi sfaldarono la crosta terrestre e come
delle colonne di energia pura, ma indefinita, illuminarono la notte tramutandola
in un freddo giorno senza luce solare. L’energia fu tale che si propagò
lungo la superficie del pianeta, scatenando il più grande cataclisma mai
visto a memoria d’uomo. Come castelli di
carte, le città vennero letteralmente spazzate via dalla potenza distruttrice
dei terremoti che, uno dopo l'altro, si abbatterono sulla terra. Poi, vennero
gli Tsunami. A poche ore dai terremoti, spazzarono via ciò che era rimasto
in piedi, ciò che era sopravvissuto ripulendo le coste. All’alba
del nuovo anno, la terra era una distesa di macerie fumanti, dove i pochi
sopravvissuti si aggiravano come fantasmi, in un modo ormai irriconoscibile.
Le acque avevano risparmiato l’entroterra dei continenti, dove si concentravano
le maggiori percentuali di sopravvissuti, ma ormai, il mondo era cambiato,
diventando una pallida imitazione di ciò che prima, fiorente, era un paradiso
per tutti gli uomini. Iniziò quella che venne chiamata "Epoca Buia"
o "Cinque anni di terrore", dove le persone cercavano solo di
cavarsela: sempre più spesso, le persone si riunivano in gruppi, cercando
di sopravvivere in un mondo che non gli apparteneva più. Durante questo
periodo, la popolazione mondiale si è ulteriormente ridotta: fame e carestie
hanno portato l’umanità sull’orlo dell’estinzione.
Terra 2130
L’alba di un nuovo giorno. Gli anni bui avevano cambiato drasticamente non
solo il pianeta, ma anche il modo in cui sopravvivere ad esso. La civiltà
era regredita paripasso con il pianeta stesso. Per riuscire a sopravvivere
alla devastazione, i gruppi che si erano man mano creati, iniziarono ad
evolversi, diventando piccole realtà rurali. L'agricoltura tornò ad essere
la prima e più importante fonte di produzione e le piccole civiltà contadine
che erano sorte come agglomerati urbani rurali, sembravano riuscire a resistere.
Infine la terra guariva, tornava coltivabile, dava i suoi frutti e la gente
ricominciava a vivere: seppur in modo frugale, gli esseri umani erano sopravvissuti,
la civiltà sembrava potercela fare. Il pianeta sembrava sempre lo stesso,
i continenti erano immutati: le calamità avevano distrutto ciò che aveva
costruito l'uomo, ma la natura del mondo, la sua anima, era perdurata. La
natura che si prende cura di se stessa: nulla come l'anima del mondo sembrava
essere immortale, adattandosi a se stessa, diventando una parte di se stessa,
sfruttando se stessa per risorgere dalle ceneri. Erano nate le FRATTURE,
enormi squarci della crosta terreste il cui fondo rimaneva sconosciuto.
Leggende parlavano di alcune fratture che si illuminavano e di orrori che
ne scaturivano. La maggior parte della popolazione superstite le evitava
e temeva, vivendo dei frutti della terra, in zone remote o lontane da questi
passaggi misteriosi. Eppure vicino alle fratture la terra era più fertile,
tutto cresceva rigoglioso, anche gli animali. Non tutti gli esseri umani
però ebbero lo stesso destino. Alla gran parte della popolazione sopravvissuta
al disastro, che si era adattata a quel nuovo ambiente pericoloso e privo
di ricchezze come era un tempo, se ne avvicendava una più prospera. Già
dagli anni 2000, alcune multinazionali avevano creato bunker sotterranei
inaccessibili, protetti, dove laboratori dell’ultima generazione, perfettamente
autosufficienti, lavoravano su ogni forma di tecnologia, umana e aliena
su cui riuscissero a mettere le mani. Dopo gli anni bui, i fortunati che
in quei luoghi avevano passato l’esistenza a studiare e capire il più possibile
delle fratture, tornarono sulla superficie. Gli anni bui stavano per terminare.
Terra 2170
Quarant’anni, servirono quattro decadi per organizzarsi, per comprendere
di più sulle fratture e la loro energia. Alcuni pensavano potessero essere
dei portali, iniziando a chiamarle "Porte dell’inferno", riferendosi
al male che esse avevano prodotto. Altri, speravano che quella energia, ancora
avvolta dal mistero, fosse qualcosa che avrebbero potuto sfruttare, altri
ancora, che potesse essere una speranza; qualcuno iniziò a chiamare quelle
fratture "Porte della vita". Nessuno di loro, comunque, sapeva
dove conducessero. Più tardi, si scoprì che alcune di quelle teorie erano
esatte, l'energia scaturita dalle fratture, sembrava essere una benzina
inesauribile, se ben sfruttata. Un'energia pulita, eterna, che poteva far
rifiorire la civiltà umana dopo averla distrutta. Nessuno di loro però poteva
sapere che quella stessa energia potesse causare mutazioni negli esseri
umani. Riscrivendo il DNA umano, l'energia attecchiva e silenziosamente,
cambiò tutto e i Metaumani, prima del disastro rari e limitati ad alcune
famiglie con geni ereditari, divennero sempre più comuni. La popolazione,
prima scettica e spaventata, si abituò sempre più alla loro esistenza, finché
non divennero la normalità. Creature che prima erano frutto di racconti
e favole o estremamente rare, ora popolavano la terra, camminando accanto
agli esseri umani, creando un variopinto zoo di mutazioni. Oltre a questo,
vi furono le sperimentazioni, sottoscritte ai laboratori sotterranei che,
in possesso di dna alieni e attraverso lo studio dei genomi, lo avevano combinato con quello umano, involontariamente, incentivando la nascita di nuovi meta umani
e di nuove creature di dna misto che si unirono alle altre già esistenti. Con
il tempo però l'essenza degli esseri umani, ha fatto in modo che seppur
diversi, meta umani e umani potessero adattarsi gli uni agli altri e convivere.
Il DNA si stabilizzò e le nuove generazioni vissero l'una a contatto con
l'altra, vantando, molto spesso, una gamma di "correzioni" e/o
evoluzioni largamente distinta assumendo aspetti inconsueti. I Laboratori
divennero i centri del potere e della conoscenza e da lì, emersero i nuovi
Leader del pianeta, coloro che secondo l’immaginario collettivo, l’avrebbero
portato in un nuovo futuro radioso.
Terra 2190 – La nascita delle colonie.
In vent'anni l’essere umano e i meta umani si sono evoluti, appropriandosi
delle tecnologie e dell’energia prodotta dalle fratture. Nacquero così le
colonie: piccole città che crescevano attorno alle centrali energetiche
che assorbivano le fratture tramutandola in energia per l’uso umano sopperendo
alle vecchie fonti ormai obsolete. Gli usi erano illimitati e solo l’evoluzione
delle tecnologie permetteva di conoscerne nuove funzioni. La tecnologia
umana stava conoscendo un nuovo inizio ed era rifiorita. Combinandola con
quella aliena che i laboratori originari conservavano e analizzavano, l'intelletto
umano iniziava a studiare nuovi modi per poter sfruttare quel catalizzatore,
quella energia: ciò che prima si riassumeva esclusivamente in lontane fantasie,
stava man mano sostituendo la realtà. Eppure queste meraviglie non erano
ad appannaggio di tutti; la popolazione era e rimaneva, in passato come
oggi, un organismo eterogeneo, formato da diverse entità e sviluppato da
diverse strutture che premiavano i privilegiati a discapito dei meno fortunati.
Anche dopo 65 anni dalla distruzione che quasi annientò la terra, esistevano,
ancora, due classi ben distinte, due entità che vivevano l'una a contatto
con l'altra, la distinzione tra ricchi e poveri era ancora presente. Chi
prima del disastro aveva ottenuto il potere non lo ha condiviso anzi, salvo
rari casi di filantropi e visionari, il potere è rimasto ben saldo sulle
mani di pochi, riconfermandosi una costante umana. Le piccole città iniziano
a ingrandirsi, attirando sempre più persone. I terreni vennero resi fertili
tramite l’uso dell’energia estratta dalle fratture, intere distese di campi
floridi e foreste che crescevano ad una velocità mai vista. L’energia delle
fratture permetteva di accelerare la crescita della vegetazione e sebbene
esistesse una buona parte di popolazione sfruttata come mano d’opera, tutti
ne giovarono e la lunga agonia che colpì il genere umano, stava avendo,
finalmente, fine. Le grandi città del passato erano ormai un ricordo, ruderi,
macerie di un tempo che fu. Le rovine di quel mondo mutilato, divennero
meta turistica e sembrava che tutto potesse tornare a prendere vita. Le
persone, finalmente iniziarono a sperare in quella ripresa che, così a lungo,
si era fatta attendere e mentre le nuove generazioni impararono ad adattarsi
a quell'ambiente, il passato iniziava a diventare storia, leggenda. Il mondo
che sembrava ormai perso per sempre rinasceva sotto le ceneri del passato
e ciò che lo aveva distrutto, sembrava diventare sempre più spesso, la panacea
di cui, quello stesso mondo, aveva bisogno.
Terra 2200 – Ex Stati Uniti “Frattura di Ankara”
Una Frattura lunga ben 2100 km segna come una cicatrice che dalla costa
serpeggia verso quello che era il Nord America. Le vecchie Metropoli sono
solo un ricordo lontano, ma dalle ceneri create dalla frattura di Ankara,
sono nate nuove città, piccole e grandi, che attingono alla frattura succhiandone
l’infinita energia per auto alimentarsi; la più grande, è sorta la dove
inizia quella spaccatura nata sulla voragine che un tempo era conosciuta
come New York. La popolazione sopravvissuta si è lentamente raggruppata
verso le città che consideravano indistruttibili e New York, era quella
su cui riponevano più speranze. Si accorsero che in quella zona, sebbene fosse stata semi distrutta,
non c'era scarsità di cibo, ne di
risorse primarie. Fortuna volle poi, che la disponibilità di alcuni edifici
rimasti in piedi nonostante la distruzione, offrissero loro i primi ripari
durante gli anni Bui. Pesca e agricoltura permisero alla gente di vivere
e tirare avanti, finché dalle viscere della città, non emersero coloro che
provenivano dai Laboratori. Quel luogo divenne perfetto, la frattura di
Ankara si allungava dalle rovine della città, disperdendosi nell’entroterra.
Alcuni edifici rimasti in piedi offrivano poi, una base di partenza, il
mare sostentamento, la terra altro cibo e la gente, mossa dal miraggio dell’antica
città e da una ritrovata speranza, si era raggruppata sfidando la frattura
stessa. Avevano tutto quello che serviva per ricominciare, risorse e mano
d’opera. New York rinacque sulle ceneri di un passato ridotto in polvere,
col nome di Mathram: la prima Mega Metropoli Americana, quella
che si è espansa con più rapidità arrivando in appena 75 anni, dopo la distruzione,
a quattro milioni di abitanti.
Terra 2200 – Mathram
Mathram ha tutto, dai laboratori di ricerca e sfruttamento della Frattura,
alla vita mondana, negozi, grattacieli, divertimento, distrazioni, tecnologia,
ma non è tutto; purtroppo esiste anche l'altro lato della medaglia e allo
scintillante centro si contrappone la periferia, più buia e degradata, il
divario ricchi e poveri rimane.
Fortunatamente l'abbondanza di cibo permette mense e aiuto ai più poveri
che almeno non muoiono di fame, sebbene persista il degrado. La città, in parte
fortificata e protetta, offre sicurezza in pieno centro, ma man mano ci si
allontana verso la periferia le zone sono meno sicure e nei periodi di attività
delle fratture sono i più poveri a rischiare. Il mondo è diverso ma l'animo
di molti non è mai cambiato.